Marco

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Istruzione o d-istruzione?

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Al momento non ci sono gare in programma.

Attenzione: quello che state per leggere non è frutto della mia fantasia, ma un reportage di fatti realmente accaduti a me e non solo; prima però devo fare una breve introduzione.
Studio all’Università di Padova dal 2007, Ingegneria dei Materiali per la precisione; premetto che in quello che sto per dire non c’é nessuna critica denigratoria nei confronti degli insegnanti della facoltà (o dipartimento, o come volete chiamarlo), anzi: i professori del secondo e terzo anno sono stati nella maggior parte dei casi persone eccezionali, competenti e preparate, ma soprattutto appassionate. Non è di questo però che voglio parlarvi.
Sfrutto la fortuna non indifferente che ho, cioè quella di disporre di un sito internet libero, su cui posso manifestare liberamente il mio pensiero e sottoporlo alla lettura (ed eventualmente discussione) di altre persone.
Sono ormai a metà del secondo anno fuori corso per la Laurea Triennale, e ciò non è per me oggetto di vanto, ma con questo articolo voglio dimostrarvi come la vita dello studente fuori corso possa diventare molto, molto complicata; attualmente mi mancano 5 esami, tra cui Matematica 1, 2 e 3. A complicare ulteriormente la mia situazione troviamo un cambio di ordinamento (ossia l’elenco di esami da superare per la laurea) nel 2008, che di fatto ha cambiato quasi tutti gli esami previsti, facendo diventare le 3 matematiche corsi “non più erogati”.
Per tali corsi erano previsti almeno 4 appelli d’esame all’anno nel primo anno dopo la sospensione, numero sceso ad almeno 2 dal secondo anno dopo la sospensione. In aggiunta a ciò va detto che l’esame deve essere sostenuto sulla base del programma del corso seguito e dunque non più erogato (ma ciò può risultare un vantaggio, perché le vecchie matematiche avevano programmi più brevi poiché era previsto un quarto esame, che ho superato. Sarebbe possibile anche un cambio di ordinamento, ma questo sarebbe poco pratico e dilaterebbe ulteriormente i tempi.

Una storia che può far ridere – o piangere

Veniamo al dunque: devo dare l’esame di Matematica 3. Dopo aver contattato uno dei professori del corso che ora ha sostituito Matematica 3, che mi ha detto di contattare la segreteria, che mi ha detto di contattare la professoressa, la quale mi ha detto di contattare la segreteria, riesco a iscrivermi all’esame con altri 7 compagni di corso. All’esame però ci aspettava un’amara sorpresa: il tema era basato su un altro corso (Fondamenti di Analisi 2), e dunque più di 1/3 dell’esame era fuori dal nostro programma di studio. Risultato? Tutti ritirati e via a chiedere lumi alla segreteria la quale, intercedendo con la professoressa, ci fissa un appuntamento con la stessa per discutere il problema.
Tale discussione, avvenuta mentre gli altri studenti di Analisi 2 registravano il superamento dell’esame (e lì l’invidia nei loro confronti non mancava), ha assunto risvolti agghiaccianti, dove ci siamo sentiti dire:

  1. Che la professoressa non sapeva il nostro programma d’esame;
  2. Che dovevamo essere noi a sottoporle il nostro programma d’esame;
  3. Che lei non è disposta a fare più di 2 appelli all’anno;
  4. Che se ci dà la possibilità di dare gli appelli di un corso non più erogato, è un favore che fa a noi;
  5. Che dopo due anni fuori corso, di appelli ne abbiamo avuti fin troppi.
Ora, l’ignoranza in materia della suddetta non le fa considerare che:
  1. Lei è pagata per insegnare e fare gli accertamenti di profitto (appelli d’esame);
  2. Gli studenti che prima dell’esame le hanno inviato il nostro programma via mail non hanno ricevuto risposta;
  3. Il professore, contattato dallo studente, è tenuto a dare gli appelli dei corsi non più erogati;
  4. Gli appelli annuali sono almeno 2, ma pochissimi professori ne fanno fare almeno 4 come per i corsi attivi;
  5. Gli appelli dei corsi disattivati sono spesso appelli di corsi attivi, dove bisogna fare un esercizio in meno, senza perciò richiedere fatiche immani all’insegnante;
  6. Nel nostro caso, il corso è stato disattivato appena dopo che l’abbiamo seguito;
  7. Gli studenti fuori corso, visti casi come questo, non sono sempre “indietro” per colpa propria.
Se non vi ho ancora tediato con questa trattazione, e siete persone a cui piace documentarsi, ecco cosa dice l’università.

Facciamo un bel puzzle

Considerando quanto scritto sopra, mettiamo insieme i pezzettini e vediamo cosa ne esce: abbiamo studiato un mese per trovarci a dare un appello su di una materia che non era la nostra. Abbiamo dovuto andare a spiegare alla professoressa quali sono i suoi doveri e come fare il suo lavoro. Quattro viaggi Montebello – Padova costano un totale di 16,40€, me li paga lei forse? O l’Università?
Se uno studente è indietro, lo si incentiva ad accelerare o gli si mettono i bastoni tra le ruote?
Considerando quello che si paga, il rapporto sforzo profuso/risultati ottenuti, la professionalità spesso mancante e la totale libertà di cui approfittano certi professori, spesso mi capita di riconsiderare la scelta operata ormai cinque anni fa; a ciò vanno aggiunti continui disservizi nel sistema informatico, programmi mal strutturati, una preparazione talvolta lacunosa; e stiamo parlando di uno degli atenei migliori del nostro Paese!
Siamo sicuri che non sarebbero stati più formativi cinque anni di esperienza come tecnico in azienda? Nei due mesi di tirocinio trascorsi nello stabilimento di uno dei più grandi gruppi industriali d’Italia ho avuto modo di conoscere persone estremamente umili, dedite al lavoro, dignitose, professionali e responsabili, e quanto tornavo a casa la sera ero soddisfatto se avevo contribuito, anche in parte, alla vita dell’azienda.
Perché allora ci sono quei pochi incompetenti che si permettono di rovinarci la vita, di farci perdere anni preziosi di esperienza, solo per la loro incompetenza, e per la mancanza delle virtù che ho elencato poco sopra?
Un insegnante dovrebbe essere prima di tutto una persona, ma questo è un elemento che fatico a riconoscere – guarda caso – proprio nei professori dei corsi di cui non ho ancora superato gli esami.
È triste constatarlo, ma non sono per niente soddisfatto dell’esperienza universitaria.

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